Viene definito “Heritage BIM” (abbreviato HBIM) e rappresenterà lo strumento di acquisizione e gestione delle informazioni del patrimonio esistente
HBIM è l’acronimo di Heritage Building Information Modeling e indica la metodologia BIM applicata al patrimonio esistente.
Se agli esordi il BIM era associato principalmente alle attività di progettazione e costruzione di nuovi edifici, negli ultimi anni ha iniziato a prender piede una sua applicazione nell’ambito del costruito.
Noi della Digital 4 Heritage siamo lieti di essere stati tra i precursori dell’HBIM in Italia, avendo condotto nel 2013 alcune sperimentazioni del BIM sul Castello di San Vigilio a Bergamo, di cui rimandiamo la trattazione al capitolo dedicato, consultabile nel libro “Il Building Information Modeling – BIM”, Maggioli Editore.
Quali vantaggi
L’applicazione del BIM al patrimonio esistente offre numerose opportunità di ottimizzare la gestione, la manutenzione e la tutela di un’opera costruita.
Si pensi, per esempio, a un ospedale, che rappresenta generalmente un edificio complesso all’interno del quale devono essere garantiti adeguati livelli di performance che sono perlopiù subordinati a idonei livelli di servizi di gestione delle facilities. Attraverso il modello BIM di quell’edificio, contenente le informazioni legate alla manutenzione di ogni elemento costruttivo, avremmo a disposizione un database strutturato da interrogare (con l’ausilio di strumenti informatici dedicati al facility management) per pianificare in modo strategico le operazioni di manutenzione.
Altro esempio, ancora più applicabile in Italia, un paese ricco di storia e di opere di elevata importanza culturale, è l’utilizzo del BIM applicato a un edificio a carattere monumentale. Avere a disposizione un modello digitale del manufatto permette agli organismi di tutela e promozione del territorio di gestire in maniera ottimale:
- il monitoraggio del degrado, anche strutturale, dell’edificio, attraverso un confronto informatizzato tra un dato inserito nel modello digitale e lo stesso dato rilevato in tempo reale tramite sensori;
- la pianificazione degli interventi di restauro;
- la tutela delle informazioni legate all’opera, che vengono in questo modo preservate tramite un archivio digitale in cloud;
- la simulazione di eventi catastrofici (come i terremoti, esempio amaramente ricorrente in Italia);
- ecc.
L’HBIM è una metodologia ancora poco esplorata nel nostro paese, ma che fortunatamente entra all’interno di un contesto storico in cui possiamo già riscontrare l’utilizzo della tecnologia più avanzata (come ad esempio sistemi per la realtà virtuale e aumentata) applicata ai monumenti.
Il digitale negli edifici storici
Numerosi sono i casi di applicazione del digitale già sperimentati sugli edifici a carattere storico. Oltre a esempi che ritroviamo a livello internazionale, segnaliamo due casi italiani: il progetto “L’Ara com’era”, in cui la realtà aumentata è stata utilizzata all’interno del museo dell’Ara Pacis per creare un percorso immersivo e multisensoriale al visitatore, e “Pettegolezzi a corte”, un gioco interattivo creato all’interno del museo di Palazzo Madama – Museo Civico d’Arte Antica di Torino.
Il digitale viene quindi implementato negli edifici storici per favorire la conoscenza, attraverso un’interfaccia che attrae l’utente e che lo stimola ad acquisire le informazioni legate al monumento.
Verso nuovi processi: progetto INCEPTION
INCEPTION è un progetto di ricerca sviluppato da quattordici partners provenienti da dieci paesi europei e guidato dal Dipartimento di Architettura dell’Università degli Studi di Ferrara. Ha un piano di durata di quattro anni (da giugno 2015 a maggio 2019) e si prefigge l’obiettivo di realizzare sei casi studio basati su modelli digitali innovativi legati al patrimonio esistente, attraverso strumenti e metodologie che favoriscano la conoscenza interdisciplinare dell’identità culturale europea.
Per rendere fruibili i risultati e condividere i modelli digitali, INCEPTION ha sviluppato una piattaforma consultabile sul sito web www.inception-project.eu.