Cos’è il BIM?

Che cos’è la metodologia BIM? Quali competenze sono richieste? Cos’è l’Open BIM? Quali sono i vantaggi? Una risposta a queste domande

 

Il BIM è l’acronimo di Building Information Modeling, ed è un termine che è stato definito nel 2002 come la “rappresentazione digitale di caratteristiche fisiche e funzionali di un oggetto”.

Si tratta quindi di una metodologia basata sulla creazione e aggiornamento di un modello digitale che può interessare un manufatto, un edificio, un’infrastruttura, o persino una città. Tale modello non deve essere inteso come una semplice rappresentazione tridimensionale dell’opera, in quanto al suo interno può contenere tutte le informazioni, geometriche e non, legate all’oggetto.

 

Differenze tra modellazione in CAD e in BIM: un esempio pratico

Se volessimo modellare un elemento costruttivo (un muro) tramite la metodologia CAD tradizionale, dovremmo rappresentarlo tramite un parallelepipedo, definendone unicamente altezza, spessore e lunghezza.

Rappresentazione in CAD di un muro

Nella modellazione BIM invece il muro non viene creato tramite figure geometriche 3D, ma attraverso strumenti che permettono di definire un muro “virtuale” e di associare ad esso sia le sue caratteristiche geometriche (altezza, spessore, lunghezza), sia le peculiarità proprie dell’elemento muro (stratigrafia, trasmittanza, classe, costo unitario, fase costruttiva, ecc.).

Modellazione in BIM di un muro

 

Il BIM come database

Dato quindi il vasto numero di informazioni che possono essere inserite all’interno di ogni elemento, il modello BIM può essere a tutti gli effetti considerato un vero e proprio database.

Di fatti, in quanto database, ogni informazione associata all’elemento può essere interrogata e relazionata (anche tramite l’ausilio di query). In più, ogni elemento costruttivo che viene modellato in BIM viene riconosciuto dal sistema, il che permette di automatizzare la computazione di costi e tempi di realizzazione, oltre che estrapolare in automatico le viste in pianta, prospetto e sezione.

Esempio di report estrapolabile automaticamente dai modelli BIM

 

Quali competenze servono?

La modellazione in BIM è concepita come una vera e propria costruzione digitale dell’opera, che necessita non solo di un’adeguata strumentazione software, ma anche di specifiche competenze tecniche (suddivise per disciplina) e di un’approfondita conoscenza della metodologia che vi sta dietro.

In base ai requisiti di progetto, è richiesto che ogni professionista di competenza (che può essere gestito, all’interno della specifica disciplina, da un “capo squadra”, chiamato “BIM Specialist”) modelli esclusivamente gli elementi costruttivi propri della sua disciplina, in quanto ogni elemento costruttivo deve essere definito nelle sue peculiarità tecniche. Si pensi ad esempio a uno strutturista che si trovi a modellare una rete impiantistica per la quale debba definire la sezione e il materiale dei condotti e lo strato di isolante termico o, viceversa, un impiantista che debba modellare l’armatura di una trave, rispettandone il passo delle staffe, la lunghezza e il diametro dei ferri.

In una corretta metodologia BIM quindi, è prevista la creazione di tanti modelli quante sono le discipline coinvolte nel progetto.

In questo modo i modelli BIM delle varie discipline possono essere “confrontati” tramite appositi strumenti che ne permettono di verificare eventuali interferenze progettuali. Tale procedura viene chiamata “Clash Detection” e viene svolta da un coordinatore che viene, appunto, denominato “BIM Coordinator”. Qualora il BIM Coordinator rilevi un’interferenza progettuale, deve tempestivamente contattare l’autore di quel modello in modo che provveda alla modifica.

La coerenza delle informazioni inserite nel modello BIM, la loro gestione e la coerenza dei report derivanti dai modelli, sono gestite da una figura professionale, di elevata competenza, che viene denominata “BIM Manager”, assimilabile, nella quasi totalità dei casi, al Project Manager di commessa.

 

Il BIM e l’interoperabilità: l’Open BIM

Per far sì che tale processo funzioni, la metodologia BIM deve basarsi sul concetto di interoperabilità, il che non può prescindere da alcuni requisiti che deve contenere l’informazione.

In particolare, il dato deve essere:

  • Esportabile in formato aperto non proprietario, in modo che sia facilmente leggibile da altri sistemi;
  • Strutturato, in modo che sia facilmente interrogabile e relazionabile;
  • Digitale, in modo che sia interscambiabile e archiviabile tramite piattaforme cloud.

 

 

Al fine di incentivare l’interoperabilità tra i sistemi, il buildingSMART (www.buildingsmartitalia.org) ha ideato un’iniziativa, chiamata Open BIM, che promuove un approccio universale per la collaborazione durante le fasi di progettazione, realizzazione e messa in esercizio, basato su standard, flussi di lavoro e formati aperti, come il formato IFC (Industry Foundation Classes).

 

I vantaggi del BIM

Il BIM è una metodologia che mette al centro il dato, il che permette di automatizzare alcuni processi ripetitivi, tipici del metodo di lavoro tradizionale. Ogni informazione è univoca, trasparente e gestibile a tutti i livelli e in tutto il ciclo di vita di un’opera.

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