Oggi, 29 Gennaio 2018, entra ufficialmente in vigore il nuovo decreto che prevede l’obbligo di utilizzo del BIM a partire dal 2019. Ma siamo pronti?
Si tratta del Decreto Ministeriale 560 dell’1 Dicembre 2017, pubblicato il 12 Gennaio di quest’anno, in attuazione dell’art. 23, c. 13, del decreto legislativo n. 50 del 2016, meglio conosciuto come il Nuovo Codice Appalti che prevedeva già l’utilizzo del BIM da parte delle stazioni appaltanti. Si legge infatti che:
“Le stazioni appaltanti possono richiedere per le nuove opere nonché per interventi di recupero, riqualificazione o varianti, prioritariamente per i lavori complessi, l’uso dei metodi e strumenti elettronici specifici (come il BIM, n.d.r.) […]. Tali strumenti utilizzano piattaforme interoperabili a mezzo di formati aperti non proprietari, al fine di non limitare la concorrenza tra i fornitori di tecnologie e di non limitare il coinvolgimento di specifiche progettualità tra i progettisti. L’uso dei metodi e strumenti elettronici può essere richiesto soltanto dalle stazioni appaltanti dotate di personale adeguatamente formato.”
Cosa contiene il decreto
Il decreto contiene le modalità e le tempistiche di introduzione, da parte delle stazioni appaltanti, delle amministrazioni concedenti e degli operatori economici, dell’obbligatorietà dei metodi e degli strumenti elettronici specifici, facendo esplicito riferimento a quelli di “modellazione per l’edilizia e le infrastrutture, nelle fasi di progettazione, costruzione e gestione delle opere e relative verifiche”.
Al suo interno troviamo tra le definizioni quello di Ambiente di Condivisione Dati, che viene descritto come l’ambiente digitale di raccolta organizzata e condivisione di dati relativi a un’opera e strutturati in informazioni relative a modelli ed elaborati digitali (perlopiù riconducibili a essi). Tale ambiente deve basarsi su un’infrastruttura informatica dotata di:
- Precisi sistemi di sicurezza per l’accesso;
- Tracciabilità e successione storica delle variazioni apportate ai contenuti informativi;
- Conservazione nel tempo e relativa accessibilità alle informazioni in esso contenute;
- Definizione delle responsabilità dell’elaborazione dei contenuti informativi e di tutela della proprietà intellettuale (ossia deve poter permettere la profilazione dell’utente).
I flussi informativi digitalizzati saranno quindi gestiti e ottimizzati all’interno dell’Ambiente di Condivisione Dati.
Obbligatorietà del BIM
L’obbligatorietà del BIM scatterà a partire dal 2019, per i lavori di importo superiore a 100 milioni di euro, e si estenderà man mano a quelli di importo inferiori, fino a introdurlo nel 2025 in tutti lavori pubblici, secondo questa tempistica:
- Per i lavori complessi relativi a opere di importo a base di gara pari o superiore a 100 milioni di euro, a decorrere dal primo gennaio 2019;
- Per i lavori complessi relativi a opere di importo a base di gara pari o superiore a 50 milioni di euro a decorrere dal primo gennaio 2020;
- Per i lavori complessi relativi a opere di importo a base di gara pari o superiore a 15 milioni di euro a decorrere dal primo gennaio 2021;
- Per le opere di importo a base di gara pari o superiore alla soglia di cui all’articolo 35 del codice dei contratti pubblici, a decorrere dal primo gennaio 2022;
- Per le opere di importo a base di gara pari o superiore a 1 milione di euro, a decorrere dal primo gennaio 2023;
- Per le opere di importo a base di gara inferiore a 1 milione di euro, a decorrere dal primo gennaio 2025.
Cosa accadrà
Il decreto affronta i delicati temi della formazione tecnica e della dotazione di strumentazione hardware e software capace di gestire un flusso strutturato di informazioni. Come accennato in un precedente articolo il BIM non si basa solo sulla capacità di creare un modello digitale, ma è una metodologia finalizzata alla gestione di un database che deve essere strutturato a monte e ottimizzato in modo da rispondere ai corretti criteri di progettazione, realizzazione e gestione di un’opera.
Si tratta di un importante cambio di mentalità che coinvolgerà tutti gli addetti ai lavori e che varierà sensibilmente il nostro modo di lavorare.
Ma siamo veramente pronti al cambiamento?
Il testo integrale del decreto è scaricabile dal sito web del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti (clicca qui).